mercoledì 24 aprile 2013

Elaborazione #Invidia

Sono sempre più convinto che sia una situazione irreversibile: La compassione che prima provavo per coloro che hanno sempre felicemente vissuto nella propria ignoranza e superficialità, va via via tramutandosi in invidia.

Io Vi invidio.

Invidio voi, che siete felici. Felici di non essere in grado di utilizzare congiuntivo e condizionale. Di non saper mettere un accento su una "e", ed un "h" davanti una "a" od una "o".

Invidio voi, disinteressati di politica e governo; voi che non percepite in quale tetro abisso stiamo sprofondando.

Voi, che preferite apparire piuttosto che essere.

Invidio Voi avidi e avari che avete accumulato tanto, e non avete mai condiviso nulla. Con nessuno.

Invidio Voi, nuova generazione di ciechi, Voi che credete di avere l'onnipotenza a portata di Smartphone. Voi con le vostre foto del cazzo e i messaggini precompilati.

Invidio voi, politici, che condannate gli evasori e tra voi serpeggiano lussuria, avarizia, gola, accidia e superbia. Invidio voi per come riuscite a far finta di nulla, pronti ad additare inesistenti colpevoli. Voi che ci avete reso il popolo di ignoranti che tanto avete desiderato e costantemente costruito.

Invidio Voi, uomini di chiesa, per come riuscite a far credere che sarà la fede a far uscire il paese dalla crisi. La stessa fede a curare i malati e ad arricchire i poveri.

Invidio voi, criminali e mafiosi. Voi che fate crollare edifici, Voi che uccidete, Voi che rubate. Voi che fate soldi facili sulle spalle della povera gente. 

Invidio voi, fanatici da quattro soldi. Con i vostri macchinoni noleggiati, voi col cellulare saldamente incollato all'orecchio. Voi, eccentrici, pronti davanti ai bar a farvi offrire il caffè dal primo morto di fame, con evidente gusto nel farsi leccare il culo. 

Invidio Voi, menti elementari, le quali elaborano pensieri futili. Menti, le quali attenzioni sono rivolte a programmi TV e social network. "Cosa c'è oggi per cena?".

Nulla.

Io vi Invidio.

Cazzo. Finirò purgandomi per l'eternità nel girone degli invidiosi. Ma, si. Secondo Dante Alighieri, queste persone sono state brutalmente private della vista: un filo di ferro cucito sulle palpebre.
Mi chiedo se possa essere una soluzione, chiudere gli occhi e non vedere più.
Mi piacerebbe sapere se anche Voi, così come Dante, reputereste oltraggioso vedermi e sapere di non essere visti.

Chissà...


"E come a li orbi non approda il sole,
così a l'ombre quivi, ond'io parlo ora,
luce del ciel di sé largir non vole;

chè a tutti un fil di ferro i cigli fòra
e cusce sì, come a sparvier selvaggio
si fa, però che questo non dimora.

A me pareva, andando, fare oltraggio,
veggendo altrui, non essendo veduto:
per ch'io mi volsi al mio consiglio saggio."

Dante, Purgatorio, Canto XIII - "Il girone degli invidiosi" (versi 67-75).